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Disturbo Dello Sviluppo Intellettivo (o Disabilità Intellettiva)


DISCLAIMER:
Gli psicologi non si basano mai sulla presenza di una lista di sintomi, bensì riconoscono i quadri tipici di disturbi mentali basandosi su tutto ciò che apprendono dalla persona; ridursi alla conta dei sintomi perderebbe di vista la complessità di ogni singolo individuo
Nel rispetto delle persone, se interessato all'argomento per te stesso o per altri che conosci, non interessarti mai alla sola presenza dei sintomi elencati, qui offerti solo per diffondere conoscenze psicologiche (nei limiti consentiti dal codice deontologico, art. 21) È necessaria competenza per una diagnosi perché i sintomi indicati possono essere presenti anche nella popolazione sana, che tuttavia mantiene per la maggior parte del tempo un certo equilibrio; facciamo la valutazione diagnostica per comprendere perché per alcune persone tale equilibrio non c'è o non è più sostenibile

Che Cos'è?
Il Disturbo Dello Sviluppo Intellettivo si caratterizza per la mancata acquisizione di abitudini e/o capacità normalmente visibili in coetanei non interessati dal problema. Si parla di acquisizione e non apprendimento perché i deficit dipendono dal sé e non sono spiegabili come dovuti ad un ambiente malsano o inadeguato, ovvero anche se si è posti nel contesto giusto durante la crescita le proprie qualità mentali non sono in linea con quelle degli altri ed eventualmente si necessiterà di assistenza nei compiti, nella vita sociale e nelle scelte di vita, dimostrando difficoltà di apprendimento autonomo. Similmente ai Disturbi Neurocognitivi i sintomi dipendono direttamente dalle condizioni del cervello, ad esempio si può aver avuto un'asfissia da neonati dovuta ad un parto difficile, il tessuto nervoso è compromesso e non si possono sviluppare le relative capacità come ad esempio la memoria o il calcolo; diversamente da questi, nei Disturbi Neurocognitivi le competenze si erano acquisite per poi essere perse in un secondo momento come nella demenza (come ad esempio nel - Disturbo Neurocognitivo Tipo Alzheimer (o Demenza di Alzheimer)) mentre dei Disturbi Del Neurosviluppo le competenze non sono mai state acquisite a prescindere per gli impedimenti durante appunto la crescita. Ai deficit cognitivi, ovvero di memoria, calcolo, pianificazione, et cetera, non è detto che si affianchino deficit emotivi sicché può succedere che si sia consapevoli dei propri problemi e si abbiano reazioni avverse come aggressività verbale e fisica, eccessiva sensibilità agli stimoli, disagio; similmente ai Disturbi D'Ansia ed ai Disturbi Depressivi si sviluppano ansia, timori, paure irrazionali, tristezza, astenia, fobie; non è tuttavia tipico che si sviluppino irritabilità ed aggressività costanti come nel - Disturbo da Disregolazione dell'Umore Dirompente o che si perdano completamente le competenze comunicative verbali come nel - Mutismo Selettivo. Visti i deficit si possono sviluppare strategie alternative per svolgere gli stessi compiti che non richiedano le competenze mancanti quindi il contesto sociale può influenzare molto la condizione essendo un potenziale vettore per l'apprendimento di metodi diversi di lavoro e gioco (es. per sommare, contando con le dita si deve usare meno la memoria); un contesto di aiuto adeguato non risolve il problema ma si aumentano le possibilità di autonomia riducendo di fatto il numero di attività per cui è necessaria assistenza; ancora, un buon contesto sociale può aiutare a moderare i sintomi emotivi ed evitare le esternazioni più disadattive mantenendo un clima sereno di comprensione e reciprocità. In conclusione i sintomi non si risolvono da soli e non è possibile propriamente guarire (sono rari i casi in cui il disturbo è reversibile) tuttavia si può rimediare almeno in parte compensando le mancanze con nuove strategie per fare le stesse cose

Spesso, ma non necessariamente,
durante lo sviluppo si acquisisce naturalmente consapevolezza dei deficit e spontaneamente si usano strategie per aggirare i problemi. Questo può succedere a chiunque, non è chiaro con quale frequenza si sviluppino specifici deficit nel mondo, l'attuale letteratura in merito permette solo di affermare che se si è nella media (oppure oltre la media) si riesce bene a compensare le proprie eventuali mancanze; in ogni caso è raro che si sia così privi di risorse da giustificare ogni perdita di speranze, va sempre valutato un intervento sapendo che solo alcuni aspetti della vita richiederanno aiuto esterno sistematicamente. Oggi per la diagnosi di Disturbo dello Sviluppo, o ritardo mentale come veniva chiamato in passato, si valutano le capacità adattive e non il quoziente intellettivo (o QI) come molti pensano: in passato il QI era considerato più importante e soprattutto la qualità individuale più facile da stimare se paragonata alle competenze sociali e psicologiche quindi molte diagnosi si basavano spesso (solo) su tale stima; oggi si è interessati alla capacità di usare i concetti astratti in generale, alle competenze sociali ed all'aspetto cosiddetto "pratico" ovvero la gestione di risorse per lavoro, svago, quotidianità (ad esempio l'igiene personale); si è dipendenti dal supporto esterno per tutti e tre questi aspetti nei casi più gravi mentre ci si mantiene piuttosto autonomi nei casi più lievi, talvolta nemmeno diagnosticati. Quando si cominciò ad usare di meno il QI per fare la diagnosi in cambio di un maggiore interesse per le qualità adattive, si osservò che alcuni casi venivano sottodiagnosticati per un eccessivo protezionismo in quanto lo sviluppo che si considera "normale" dipende fortemente dalla cultura di appartenenza e questo rese possibili molte speculazioni in merito, sia da parte della società in generale sia da parte di alcuni professionisti delle diciamo "vecchie generazioni" di psicologi. Sarebbe un grave errore sottostimare l'utilità del riconoscere i deficit come tali: vedendo nelle mancanze delle unicità si rischia di dimostrarsi insensibili alle difficoltà che si incontrano nel tentativo costante di gestire strategie e competenze che per i coetanei sono invece facili e spontanee; è opportuno invece un comportamento razionale e prospettico considerando che si dovrà vivere in un contesto occidentale e dunque ogni ritardo corrisponde ad uno svantaggio; una buona etica professionale impone quindi che si venga accolti in modo non giudicante e se è necessario un intervento, allora è bene intervenire nel migliore interesse di chi ha un Disturbo Dello Sviluppo. In altro aspetto frainteso è il concetto di deficit stesso: nei Disturbi Dello Sviluppo si hanno difficoltà oggettive, per esempio non si riesce a ricordare bene qualcosa di appreso poco tempo prima o non si riescono a comprendere le emozioni altrui pur guardandone il volto, e questo lo chiamiamo sintomo; ciò premesso ci si interessa, come detto, alle abilità adattive ovvero, in questo caso, all'insieme sintomo-strategia di compensazione; se si riesce a questo punto a risolvere il problema iniziale, perché ad esempio sapendo di non cogliere le emozioni facciali si usa la parola per chiedere ad altri di verbalizzarle, il deficit rimane una realtà e si sentirà per sempre la necessità di dover compensare, e la frustrazione quando non sarà possibile usare la strategia alternativa; in generale una corretta reazione ad un problema non lo cancella ma può moderarne gli effetti. In altre parole i deficit sono permanenti mentre la condizione in cui si vive è migliorabile con i giusti strumenti, messi a disposizione dallo Psicologo; un intervento precoce migliora le possibilità di successo mentre con un Disturbo Dello Sviluppo non trattato si rischiano disfunzioni anche gravi negli ambiti di vita indicati, ovvero nell'uso dei concetti astratti (intelligenza), nelle abilità sociali (con conseguenti isolamento e vittimismo), nel gestire il lavoro, lo svago e le responsabilità. Lo Psicologo è la figura competente in grado di valutare correttamente le risorse psicofisiche e sociali ed ottimizzare lo spazio vitale per migliorare le condizioni ed il futuro; il problema è da considerarsi individuale sebbene aggravato dal fattore sociale quindi occorre una corretta presa di coscienza dei sintomi

Che cosa si può fare:
Di solito i deficit vengono notati fin da piccoli quindi parenti ed insegnanti forniscono le informazioni necessarie per comprendere quanto il minore stia a livello con i coetanei; se si osservano differenze significative si deve intervenire tempestivamente consultando uno Psicologo e ricordando la differenza spiegata tra sintomo e condizione: il deficit cognitivo probabilmente è permanente (sono rari i casi in cui sia reversibile) tuttavia la condizione può migliorare con il giusto intervento

Lo sviluppo di altri sintomi dipende dalla storia di vita della persona,
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